mercoledì 7 gennaio 2009

(* I*) -[ Elegie armene ]

Illustrazioni ispirate a due opere della scrittrice e saggista Antonia Arslan per un libretto fuori commercio edito da BeccoGiallo.

ELEGIA ARMENA
Fiaccole fiaccole spente
in quieta fila nella notte anatolica.
Anime anime lungo la strada,
in fila ordinata nel nulla.
Flauti di ossa suonano
canzoni di casa e cortile
tenere storie di cose.

Wartkès cadetto di Larnaca
riposa affondato nell’erba.
La voce profonda del vento
da settant’anni lo culla
il coro dei morti lo culla.

(Esile voce paterna
che mi raggiungi sull’acqua
tiepida voce di sangue
tu usignolo mi senti?)

Il coro possente dei morti
da allora percorre la notte
finge profumi di vita
accarezza i corpi perduti
di Rupen, della bionda Nevart
di Nersès sacerdote di Dio -
avvelena
noi fragili nipoti, inadatti
noi che sogniamo le madri
insanguinate d’Armenia
noi tardi venuti, impauriti
a Occidente
intossicati dall’ombra.

Vieni usignolo di Dio
riempi il mio cuore fedele
portami il fuoco e l’eccidio
le rose dei villaggi e la morte.
(Antonia Arslan - 13 maggio 1988)
______

L'UVA DI SMIRNE
A cogliere l’uva moscata che andrà messa a seccare
sui graticci dorati
non andrò quest’anno.
Spero di diventare la sposa
di Janis, che senza di me
vaneggia.

Dicono che non sono bella, e che mi distraggo
sul lavoro; occorre soffrire per fare
le cose con precisione.
Dicono che di là del mare
l’uva non è così dolce, né i cristiani
così pochi; dicono che in fotografia
chi è pallida, come me, sembra più bella.

Ma io voglio diventare presto la sposa
del forte Janis -
dicono che così la mia mente
si calmerà. E voglio un figlio, presto, o una figlia
tenerella -
dicono che una madre dimentica
ciò che non vede, e non ha visto mai.

Ma chi mi toglierà dal cuore gli echi perduti,
i sonni infuocati, i volti
degli uomini che non ho conosciuto?
Chi la smaniosa follia di vedere
i paesi lontani e le piazze, le mura
e le contrade?

So che il marinaio che approda alla sera nel porto
ne sa quanto me
ma pure
io invidio la sua sorte, ed egli la mia.
Dicono che meglio di tutto è la pace
del cuore; che la vite alla porta
ci rasserena. Dicono che tu devi offrire
l’acqua al viandante.
Ma se tu stessa non sei che un viandante,
ospite bello, ospite buono, di poche parole?
(Antonia Arslan - 30 giugno 1971-12 luglio 1975)

6 commenti:

Alessio ha detto...

Bellissime queste illustrazioni. Peccato non poter acquistare la pubblicazione.

biri ha detto...

bravo davide, non ho parole.
con i tuoi disegni riesci sempre a sorprendermi ed emozionarmi.

Anonimo ha detto...

Se continui a crescere così, dovrai pensare a rifarti il letto e alzare le porte di casa! :)

Bellissime!

ViValdo ha detto...

mi unisco al coro degli olé e degli alé. bravo davide, spero ci rivedremo presto

Anonimo ha detto...

Caspita, che mi sono perso? Dove la trovo 'sta roba?

Davide Pascutti ha detto...

Grazie! Grazie a tutti!
Queste illustrazioni erano un po' un esperimento (sono realizzate interamente al computer senza nemmeno sfiorare un foglio di carta) e sono contento che riscuotano consensi!
Purtroppo l'albetto che le contiene è un'edizioncina natalizia di pregio e non è destinato al mercato, mi spiace! :)